La Donna in Reggiseno

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La donna in reggiseno, nella cultura visiva e narrativa, è una figura carica di tensione erotica, estetica, simbolica e sociale. Il reggiseno – così piccolo eppure così centrale – è molto più di un indumento intimo: è un dispositivo culturale, un oggetto che contiene, modella, seduce, costringe o libera, a seconda dello sguardo, del contesto e del tempo.

Analizziamo la figura della donna in reggiseno attraverso letteratura, teatro, illustrazione, cinema e fumetti, cercando non solo il lato erotico ma anche quello simbolico, politico, poetico e performativo.


📚 LETTERATURA

In letteratura, il reggiseno è un’immagine potente del desiderio, del corpo femminile e dei suoi codici sociali. Può comparire come oggetto feticistico, simbolo di sensualità, oppure elemento di critica sociale.

Novecento:

  • In romanzi erotici come quelli di Anaïs Nin, Pierre Louÿs, Henry Miller, il reggiseno (o la sua assenza) diventa segnale erotico implicito, limite tra il desiderio e la nudità.
  • In autori come Philip Roth o John Updike, il gesto di slacciarlo è rituale narrativo del desiderio maschile, a metà tra conquista e voyeurismo.

Letteratura femminile e femminista:

  • In Erica Jong, Margaret Atwood o Dacia Maraini, il reggiseno è spesso segno di costrizione o di ribellione, simbolo di un corpo sociale più che sessuale.
  • In Virginie Despentes (King Kong Theory), il reggiseno è il simbolo dell’ipocrisia patriarcale che sessualizza e insieme censura il seno femminile.

Contemporaneo:

  • Nella scrittura autobiografica e post-femminista (es. Melissa Broder, Sheila Heti, Valeria Parrella) il reggiseno può essere evocato come detrito del quotidiano o elemento di erotismo stanco, urbano, vissuto.

🎭 TEATRO

Nel teatro, la donna in reggiseno è spesso figura di esposizione, verità, vulnerabilità o potere. Non è mai solo un “nudo parziale”, ma un atto scenico.

  • In drammi moderni (Pinter, Tennessee Williams, Jean Genet), spogliarsi fino al reggiseno è gesto carico di tensione, confine tra pubblico e privato, tra intimità e spettacolo.
  • Nelle pièce contemporanee, il corpo femminile in reggiseno può essere atto politico, come nel teatro femminista o queer:
    • Spettacoli che denunciano la cultura dello stupro, la mercificazione del corpo, o che rovesciano lo sguardo maschile.

Esempio: attrici che si spogliano da sole, mostrando che l’erotismo non è dato dallo sguardo altrui, ma da un’espressione individuale e spesso dolente.


🎨 ILLUSTRAZIONE

L’illustrazione erotica ha fatto del reggiseno un simbolo chiave. Il suo potere risiede nel vedo-non-vedo, nella tensione tra copertura e svelamento.

Pin-up (anni ’40–’60):

  • Artisti come Alberto Vargas e Gil Elvgren raffigurano donne in reggiseni con ferretto, spesso con un tocco ironico e ammiccante.
  • Il reggiseno è sinonimo di flirt, gioco, leggerezza erotica.

Arte più oscura e sensuale:

  • In illustratori come Manara, Crepax o Royo, il reggiseno diventa parte dell’armatura erotica, insieme a guanti, calze, corsetti.
  • Apollonia Saintclair o Petites Luxures (oggi) giocano sul reggiseno come punto di attrito tra poesia e desiderio.

Fumetto femminista:

  • Il reggiseno viene problematicizzato, rappresentato in disordine, slacciato, gettato, come simbolo di conflitto tra desiderio e immagine imposta.

🎬 CINEMA

Il reggiseno al cinema ha un ruolo centrale nell’estetica erotica del Novecento, spesso associato a momenti iconici, voyeuristici, liberatori o claustrofobici.

Icone:

  • Brigitte Bardot, Sophia Loren, Jane Russell: reggiseno esaltato come strumento di attrazione.
  • Psycho (1960): Janet Leigh in reggiseno bianco — tensione tra erotismo e morte, innocenza e trasgressione.
  • Eyes Wide Shut: donne in reggiseni neri e maschere – estetica rituale, simbolismo del desiderio codificato.

Femminismo cinematografico:

  • In film di Chantal Akerman, Catherine Breillat, Andrea Arnold, il corpo femminile in reggiseno non è mai oggetto, ma soggetto inquieto, imperfetto, reale.
  • In Thelma & Louise, il reggiseno non è strumento di seduzione, ma reliquia di una femminilità da riscrivere.

Cinema queer e LGBTQ+:

  • Il reggiseno viene decostruito, ironizzato, rifiutato o trasformato (vedi Hedwig and the Angry Inch, Pariah, Blue is the Warmest Color).

📖 FUMETTI

Il reggiseno nei fumetti oscilla tra feticismo grafico e scrittura del corpo.

Fumetto erotico classico:

  • In Manara, il reggiseno è una tappa del “cammino verso la nudità”, giocato su pose e dettagli.
  • In Crepax, Valentina in reggiseno è più erotica che nuda, in uno stato di “sospensione del desiderio”.

Fumetti contemporanei:

  • In Fumettibrutti, il reggiseno è oggetto carico di disagio e identità trans: non solo erotismo, ma confusione e ricerca.
  • In Liv Strömquist, viene rappresentato come oggetto simbolico del potere maschile, o delle mode tossiche.
  • In Julie Maroh, il reggiseno è luogo d’incontro tra amore e corpo reale, senza estetizzazioni artificiali.

🧩 CONCLUSIONI

La donna in reggiseno è molto più che un’immagine erotica: è un’interrogazione sul corpo, sul desiderio, sull’identità e sul potere. A seconda del contesto:

  • Può essere icona di seduzione o di oppressione
  • Feticcio voyeuristico o gesto liberatorio
  • Armatura sensuale o residuo di un’identità femminile da reinventare

In ogni caso, è luogo di narrazione.